SDS#170 – LA GRANDE GUERRA DEI NULLA

Mo sicuramente saranno successe robe più importanti sta settimana, ma una che proprio non riesce a smette de famme ride è la grande caciara der concerto de capodanno a Roma.

La prima cosa che me fa ride è Gualtieri che se sveja na mattina e legge i testi de Tony Effe e decide che non vanno bene e bisogna core ai ripari e cacciallo dar Circo Massimo. La seconda cosa è Tony Effe che piagne perché non lo chiamano. La terza so’ i colleghi “solidali” contro la “censura”. Che io me li immagino sti (t)rapper supertrasgressivi de Monti disperati che non li fanno cantà ai concerti ufficiali dell’amministrazioni pubbliche. Che guarda caso, stanno tutti casuarmente sotto la stessa etichetta musicale, sempre casuarmente me sa che se spostano tutti ar palaeur. 

L’urtima cosa che me pare certa è che sto 2024 se chiuderà con l’ennesima prova che semo una specie in via de rincojonimento: ormai c’è chi pensa che se Tony Effe canta a Circo Massimo allora SICURAMENTE Gualtieri sta a sponsorizzà quei testi. O chi pensa che SICURAMENTE un rapper non dovrebbe di’ le parolacce e le cose brutte e parlà come Gualtieri durante na cerimonia ufficiale.

Ner momento in cui scrivo se va verso concerto spostato fori dar Campidogli, ospite Gualtieri co’ la chitarra su improvvisata de stornelli romani riveduti e corretti e scerti tra quelli politicamente ok, durata prevista: un quarto d’ora. E la finimo qua.

Postilla: ner mentre (e parlo co’ cognizione de causa), tutta la comunicazione dell’artri eventi ufficiali der capodanno romano è bloccata perché er cerimoniale prevede che prima ce deve esse la conferenza stampa der Comune de Roma che era prevista pe’r 19 Dicembre. E siccome er comune fino a quanno non risolve sta cosa der concertino la conferenza stampa nun la fa, c’è un po’ de gente che sta appesa ai cazzi de Gualtieri e Tony Effe pe’ potè di’ quello che fa, che già è capodanno, se manco lo dici alla gente diventa complicato…
Boh, sarà pe’ questo che stanotte me so sognato che stavo ar concerto che se faceva su na larga quanto un garage ed eravamo così tanti che ner frattempo stavamo seduti ar chioschetto e non riuscivamo a trovà er quarto pe’ giocà a tressette. O forse no, pe’ carità, va a capì l’incoscio è na roba strana po’ esse che er motivo è un antro, tipo i peperoni de ieri de sera. Ner frattempo aspettamo.  

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