FENOMENOLOGIA DEL NEGAZIONISTA CLIMATICO /2

In seguito al gradimento e alle segnalazioni di nuovi negazionisti. Abbiamo deciso di ampliare la studio e la catalogazione del fenomeno. In questa seconda parte vi presentiamo altri 10 tipi di negazionisti.

climabottista

La sua strategia è quella di non prendere posizione e fingere di essere equidistante da quelli che definisce “estremisti”. Se c’è un tornado, fra coloro che derubricano il tutto a pioggerella estiva e i climatologi che parlano di un fenomeno estremo di intensità eccezionale, lui si colloca più meno a metà strada: riconosce che qualcosa c’è stato ma era più una lingua di Menelik d’aria che una vera e propria tromba, al massimo un flauto di plastica della prima media. Equidistante un piffero. 

fottivoltaico

Più che i cambiamenti climatici, il fottivoltaico è impegnato a combattere i programmi per fermarli, perché secondo lui esiste una sola soluzione: il nucleare. Non importa se la prima centrale nucleare italiana sarà pronta quando probabilmente saremo già estinti, il nucleare per lui è la soluzione per tutto: per la produzione di energia, per la riduzione  dell’inquinamento, per il contenimento dei costi, te lo vende pure come cura per i peli superflui (sembra che le cerette all’uranio siano una bomba).
In realtà il suo vero obiettivo è far riconoscere come religione “gli adoratori di Fukushima” per non pagare l’IMU sul garage.

neganega

Nome comune che indica la specie del Negazionista del Negazionismo. Secondo lui non c’è nessun negazionismo, ma solo delle legittime opinioni che dovrebbero trovare più spazio in un sano dibattito pubblico. Ad esempio, chi può escludere che il riscaldamento globale non sia dovuto alla deforestazione dei castori cha fanno tutte quelle simpatiche dighe di tronchi? E se i castori fossero responsabili anche delle più recenti inondazioni? Perché gli esperti non ne parlano? Si fa chiamare eretico, anche se molti preferiscono il termine “a deficiente!”.

struzzo del caldo

È un adattamento evolutivo dei negazionisti dei climi torridi. Si rifiuta in ogni circostanza di ammettere che fa caldo, per paura che qualcuno possa iniziare una discussione sul clima. Gira con il maglione di lana anche a luglio, la notte dorme con i riscaldamenti accesi perché è convinto che sia solo una questione di abitudine e prima o poi smetterà di sudare. Sempre a un passo dalla disidratazione a causa dei suoi comportamenti, è uno dei negazionisti a più alto rischio di estinzione, tanto che alcune associazioni animaliste ne hanno proposto l’inserimento nell’elenco delle specie da proteggere: in questo caso da se stesse.

muskettiere

Qualunque cosa succeda, è convinto che Musk è un genio e salverà il mondo. Che lo faccia con le tesla autoguidate, con i progetti di terraformazione di Marte o le feature a cazzo su twitter il suo giudizio non cambia: Musk è un genio e salverà il mondo. Di solito lo puoi riconoscere dalla spunta blu che ha pagato quindici euro per dimostrare a quelli che twittano gratis che Musk è un genio. Se Musk non si preoccupa dei cambiamenti climatici allora vuol dire che non esistono. Perché Musk è un genio. Peccato non poter dire lo stesso di lui.

anticccp

Sigla che sta per Anti Communist Climate Change Project. L’hanno convinto che il cambiamento climatico è tutto un complotto per cambiare modello di sviluppo e imporre un sistema comunista (c’è da dire che per lui è comunista tutto quello che è più a sinistra di Pinochet). Convinto di questo, ha deciso che è preferibile un’eroica estinzione di massa piuttosto che abbandonare il capitalismo e dare una chance di sopravvivenza all’umanità. Lo puoi riconoscere dal tipico verso di terrore che emette se qualcuno gli si avvicina e sussurra “patrimoniale”.

complottardo di lungo corso

È un professionista della negazione: dallo sbarco sulla luna, al Covid, al 5g, alle scie chimiche, ha maturato una lunga esperienza nella negazione della realtà e nell’offerta di rimedi miracolosi, che ora mette al servizio dei negazionisti di primo pelo previa raccolta fondi con associazione intestata a lui. A quelli che aderiscono manda un piccolo manuale che spiega come combattere i talebani del clima aprendo un sito che vende un piccolo manuale contro i talebani del clima. Ma non c’è nessun intento truffaldino dietro: lo fa un po’ per abitudine, un po’ per la gloria, un po’ per quelle migliaia di euro che riesce a raccattare di volta in volta.

bastian contratto

In realtà non è un vero negazionista: lui è spaventatissimo dal climate change. Fa donazioni di nascosto a tutte le associazioni ambientaliste, ha già redatto un testamento olografo su carta riciclata a favore di Greenpeace e di notte va in giro col passamontagna a bucare le ruote dei SUV. Di giorno però lavora come giornalista negazionista perché è stato assunto con un contratto precario, il suo editore pretende una fake news a settimana sull’argomento e non è che il mutuo si paga da solo.

antigretino

Lui non è che ce l’ha col riscaldamento globale, a lui gli sta sul cazzo Greta Thumberg. Greta è un prodotto sorosiano delle élite e per questo è cento volte più pericolosa di qualsiasi fenomeno atmosferico: è Greta che fabbrica palle da bowling di ghiaccio con cui bombardare le città più inquinanti. La siccità? Colpa di Greta. I tornado? Colpa di Greta. È Greta che mette di nascosto la panna nella carbonara. Fosse per lui venderebbe la macchina domani e diventerebbe vegano ma, finché c’è Greta, non se ne parla neanche.

liberomercataro

È convinto che a risolvere tutto sarà la mano invisibile del mercato. Non appena diminuirà la domanda di caldo i prezzi dei climatizzatori crolleranno e questo provocherà un calo delle quotazioni del grado Celsius sui mercati globali. Ha dei bellissimi powerpoint che dimostrano che i fenomeni climatici dovranno per forza adattarsi all’economia e che, se proprio non dovesse succedere, è a causa delle tendenze stataliste dell’atmosfera. Cosa che dice con la stessa spavalderia con cui er bancarellaro de Porta Portese cerca di convincerti che quella è proprio una borsa Vuitòn originale in cui hanno solo sbagliato a scrivere il nome.

Qui la prima parte.
Qui la terza parte.
Qui la quarta parte.

Spread the love