DON ABBONDIO, LA GOGNA E CHIARAFERRAGNI™

Io ho sempre odiato Don Abbondio. Non ho mai sopportato la sua ignavia, il sottrarsi ai suoi doveri scambiata per neutralità, l’atteggiamento pavido di chi non vuole guai e non vuole immischiarsi in una faccenda più grande di lui: Don Abbondio è uno che semplicemente non vuole grane, non si sente abbastanza coraggioso da affrontare le angherie del potente di turno e tenta la via della fuga. Nel far questo, è anche profondamente convinto di esser lui la vittima di ingiustizia quando le vittime reali sono quelli a cui lui si nega per mantenere il piccolo privilegio di non essere infastidito dal potere. Questo sentimento di odio nei confronti di Don Abbondio non si limita naturalmente alla sola lettura del romanzo. Quando guardai, adolescente, la sua trasposizione televisiva (un colossal RAI dai risultati abbastanza deludenti in cui il curato veniva interpretato da Alberto Sordi) provai lo stesso senso di repulsione per quella maschera, ancora molto attuale, di meschinità e vittimistica impotenza. Già allora però, da adolescente, sono sicuro che se avessi incontrato Alberto Sordi per strada non avrei iniziato a insultarlo e a sgranargli addosso come rosari teorie di malanni assortiti perché aveva interpretato la figura del prete manzoniano in un film. Non è un vanto, non credo che serva molta intelligenza per separare il personaggio rappresentato in un film dalla persona reale che lo ha interpretato sullo schermo. L’odio è per il personaggio, non per la persona. E anche riguardo al personaggio, per quanto alcuni passaggi del libro ci restituiscano un Don Abbondio profondamente umano, invaso da un sentimento altrettanto umano come la paura che non riesce a dominare, anche riguardo al personaggio l’odio nasce da quello che il personaggio rappresenta: da quel complesso di valori che l’autore ha scelto di raccontare attraverso quel personaggio. Don Abbondio, soprattutto quando esce dalla complessità letteraria e assume valenza simbolica nell’immaginario popolare, diventa rappresentazione sintetica di uno schema di valori: è rappresentazione per antonomasia di deferenza al potere e sottomissione pavida di fronte all’ingiustizia. È simbolo, come tanti anti altri simboli presenti nella nostra vita di tutti i giorni, dallo stop all’incrocio allo scambio delle fedi in chiesa, dall’inno nazionale prima della partita alla divisa dei carabinieri. Ora questa distinzione è stata sempre abbastanza chiara per i personaggi letterari, un po’ meno per i personaggi pubblici che, a volte volontariamente a volte loro malgrado, hanno una loro dimensione simbolica. Francesco Ferdinando è stato ucciso da un irredentista serbo in quanto rappresentante della dominazione austro-ungarica e non in quanto più o meno amabile cinquantenne (non conosco la vita privata dell’arciduca, magari in privato era una persona gentilissima o magari no). Anche questa differenza tra ruolo pubblico e vita privata era abbastanza chiara fino a qualche tempo fa; quando si attacca un politico si attacca per le sue idee, per il ruolo che rappresenta nelle istituzioni, a volte anche perché alcune delle sue condotte private risultano in netto e ipocrita contrasto con le convinzioni politiche professate; ma insomma era abbastanza chiaro, sempre fino a un po’ di tempo fa, che la vita privata di un politico aveva a che fare con la sfera politica solo nel momento in cui entrava in aperta contraddizione con essa: un politico che sostiene la sacralità della famiglia tradizionale ma in privato divorziato o con una famiglia tutt’altro che tradizionale, qualche problema di accountability ce l’ha. Un politico gay che porta avanti posizioni omofobe anche. Per il resto non dovrebbe interessarci più di tanto. Finché questi due ambiti, quello pubblico e quello privato di una persona, o quello virtuale di un personaggio e quello reale del suo interprete, restano separati, le cose sono abbastanza semplici da decifrare: ci si può accanire sul primo mostrando pietà (o indifferenza) per il secondo; si può insomma provare umana pietà per l’uomo Francesco Ferdinando e i suoi giovanissimi figli improvvisamente privati dell’amore e della vita dei genitori senza per questo modificare di un millimetro il proprio giudizio politico. O almeno ci si può provare, anche se non sempre scindere i due campi è semplice e l’uno rischia di tirarsi dietro anche l’altro. La dolorosa e lunga malattia di un dittatore o di un mafioso può muoverci a pietà e farci dimenticare il passato di violenza e disumanità atroci inflitte lungo il corso della sua vita? Non è semplice ma, quanto meno, ci si può provare. Difficile farlo con i mafiosi, dittatori e criminali di vario tipo, perché di fatto è la loro stessa vita ad essere sotto processo; è complicato ma possibile con personaggi politici in cui, per quanto controversi, è comunque possibile tracciare una linea di demarcazione tra sfera pubblica e sfera privata. Non mancano gli esempi di politici o giornalisti odiosi (odiosi per i loro atteggiamenti pubblici e le loro posizioni politiche) che in privato (giurano quelli che li hanno conosciuti personalmente) si dimostrano persone affabili, gentili, premurose. Dovrebbe essere invece banale farlo per un personaggio virtuale, un’invenzione letteraria o cinematografica. Lì è evidente la distanza tra il personaggio e l’essere umano. O almeno, era semplice fino a un po’ di tempo fa. Io continuo a pensare che sia fondamentale separare l’attacco alla figura pubblica (sia essa personaggio politico o culturale) e il rispetto della persona reale in carne e ossa. Senonché oggi assistiamo a un fenomeno che attraverso i social è nuovo, soprattutto per intensità: la totale identificazione del personaggio con la persona reale, non per travisamento delle due sfere da parte del pubblico ma per scelta consapevole del personaggio di turno. Inizia a valere per tutti ma naturalmente per alcuni “influencer” questo è più evidente che per altri: io sono sicuro che esista un personaggio chiaraferragni™ e una Chiara Ferragni persona privata, o almeno me lo auguro. Quello che non sono sicuro di riuscire a fare è distinguere dove finisca l’uno e dove inizi l’altra. Prendo ad esempio lei perché emblematica di questo modo di porsi e perché oggi è di nuovo bersaglio di attacchi d’odio social, ma è un discorso che potremmo fare per altri personaggi dello spettacolo e, sempre … Leggi tutto

SDS#128 – SENZA PAROLE

Oh, se du anni fa dicevi che bisognava regalà er Donbass a Putin eri Orsini. Te lo spiegava Rampini, che oggi dice che bisognerà regalà er Donbass a Putin. Non fa una piega. Se dici pace è perché vuoi la guerra, o armeno così dicono quelli che la pace se ottiene con la guerra. Quindi se uno dice pace, in fondo vòle la guerra che è l’unico modo pe’ ottené la pace, a me me pare che lo possiamo comunque continuà a chiamà pacifista! Manco fascista se può di’: non so’ fascisti, so’ autentici democratici che pensano che le manifestazioni vadano autorizzate e ritengono legittimo manganellà dei quindicenni disarmati. Siete voi che vedete busti der Duce e saluti romani ovunque! Ciavete la fissa, voi! Genocidio non si può dire, ce lo spiegano mentre se dimettono protestando perché non viene riconosciuto l’istinto genocida di Hamas. Boicottaggio è brutto, ce lo spiegano mentre annunciano che boicotteranno l’Eurovision se esclude Israele.Boicottaggio der boicottaggio pare che va bene. E invece er boicottaggio der boicottaggio der boicottaggio come funziona? Se pò fa oppure ogni due s’annullano e funziona solo er boicottaggio paro? C’è una fascia oraria, tipo er boicottaggio in prime time sì e quello diurno no?From the river to sea non se pò di’, ce dicono quelli che difendono le azioni de un partito che ce l’ha come slogan nello statuto dar ’77. Pulizia etnica non se pò di’ e su questo concordo: de pulito, qua, non c’è rimasto veramente gnente. È na zozzata etnica, caso mai.Palestina forse ancora se pò ma comunque se non lo dite è mejo. Stop manco se pò più di’ non serve manco che finisci la frase se dici Stop già se capisce che sei antisemita, filoterrorista, nemico dell’occidente, difensore dei tajagole: queste invece se pònno di’ tutte.Occupazione, apartheid, colonialismo non se possono dire, ce spiegano dei bianchi professori occidentali. Ghetto non se può dire, manco se tu nonno dentro un ghetto c’è vissuto e c’è crepato. Lo spiegano sempre li stessi professori bianchi occidentali de prima. Massacro, carneficina, rappresaglia, vendetta, crimine contro l’umanità non se possono di’: ar massimo potete di’ guera condita che a noi le guerre semplici non ce piaciono: guera asimmetrica, guera giusta (sempre, se la famo noi), guera ingiusta (sempre, se la fanno l’altri). Guera umanitaria, guera necessaria, guera contro er terorismo. Terorismo ad libitum, quello è come er prezzemolo, lo potete mette andò ve pare: terorismo, un po’ de scudi umani, na spruzzata de tunnel (armeno dieci livelli) e tutto se giustifica. Non è difficile esse liberali ner 2024: basta solo ricordasse quali so’ le parole che non potete di e tutto fila liscio. Basta fasse una lista. Una lista pe’ tutto: parole sì, parole no, persone sì, persone no, popoli sì, popoli no. E poi basta annà avanti, tanto non potete fa altro che annà avanti, perché Fermatevi non si può dire ma, soprattutto, non si può fare.

SDS#127 – UNA TRANQUILLA SETTIMANA A QUASI REGIME

È con un sospiro di sollievo che vi annuncio che venerdì è stata sventata con successo la Pisanerkristallnacht degli studenti medi che protestavano contro i sacri diritti delle bombe. Il sindaco era già stato trasferito in luogo sicuro mentre la sinagoga è stata spostata appositamente lungo il percorso così che i nostri pacifici poliziotti con minuscoli manganelli gommosi potessero proteggerla previo intervento educativo dai feroci studenti armati di nasi e costole. Stesso copione a Firenze, anche qui subito sventato dall’Eissenforikommillungarnicht securitario. Un agente ha confidato alla stampa il suo disappunto per la sproporzione delle forze: è incredibile il numero di costole che hanno questi studenti! È una lotta impari! Pare anche che una studentessa, propal quindi quasi sicuramente terrorista, abbia aggredito a colpi di naso un manganello, il quale per fortuna non sembra aver subito danni gravi e potrà tornare in servizio già dalla settimana prossima dopo adeguata Lavasanghoperation.   Segnaliamo invece un fatto increscioso da Ascoli: degli studenti sono riusciti a organizzare un incontro sulle foibe. In un primo momento il Preside, orgasmato dalla parola, l’aveva autorizzato senza accorgersi che in realtà trattavasi di subdola iniziativa di contropropaganda. Scoperto che l’incontro negazionista con Eric Gobetti voleva mettere in discussione la versione ufficiale dei cinque milioni e mezzo di martiri, preso da improvviso gigantishkulrodiment, aveva prontamente vietato l’iniziativa scontrandosi però con l’ammutinamento scolastico. In preda a sacro furore patriottico e selloskopronmefhanneinmatzatarallschung, il preside eroicamente faceva scudo con il proprio corpo per impedire agli studenti di uscire dalle aule. Il sacrificio, purtroppo vano, di questo fedele servitore della Patria, non è servito allo scopo.   Il Centro Moderato per il Manganello ha vagliato l’opzione di sacrificarlo anche fisicamente per potergli intitolare la scuola ma si è poi deciso di soprassedere e valutare una sua eventuale promozione a sottosegretario, non appena avrà maturato i reati necessari al ruolo. In ragione dell’emergenza democratica in atto il governo emana il Terrorkagakatzstudentordnung con cui stabilisce che, da oggi, ogni studente sarà considerato eversore fino a prova contraria, fatti salvi gli studenti della primaria che saranno trattati come eversori apprendisti. Saranno pertanto istituiti corsi di manifestazione in tutte le scuole di ogni ordine e grado allo scopo di rieducare i ragazzi alla vera funzione della manifestazione: il supporto e la deferenza nei confronti del governo e delle forze dell’ordine. Chi scenderà in piazza senza insultare non avrà nulla da temere! Lo stesso vale per chi scenderà in piazza senza criticare, senza contestare, senza reclamare diritti e senza scendere in piazza! Tutte le adunate di piazza che non prevedono la ola al governo sono sospette. Le uniche manifestazioni gradite, ergo non manganellate, saranno quelle contro farina di grilli e nemici dello Stato (seguirà elenco), quelle a bordo di mezzi agricoli e quelle in cui i manifestanti abbiano un braccio teso di fronte a loro con inclinazione minima di 49 gradi. È istituita all’uopo la figura del misuratore di inclinazione articolare, anche detto Faschistischzertifizierer, selezionato in Frallamichinostren attraverso Ilkomekatzensceparen tanto voi fate pippa e i manganelli mo ce l’avemo noi. Ma tranquilli, non sta succedendo niente.

SDS#126 – LAVORARE STRONCA

Certe volte capita che ar bar te se scordano e magari te incazzi e protesti. Mo se me se siede accanto er barista e me dice: aho, sto bar è veramente ‘na merda, a me er dubbio che me sta a prende in giro me viene. Posso capì quello der bar vicino, magari non je ne frega niente e me dà ragione solo pe da’ addosso a sto bar qua. Ma proprio er barista der bar mio è strano. Pure na riunione de baristi sarebbe strana. Immaginate la scena: tu volevi un caffè, non te se so’ filati pe’ un’ora, poi lui e quello der bar vicino te se siedono accanto e cominciano a fa: ma che bar de merda che ce stanno qua! Tocca a fa quarcosa! Tipo portamme er caffè che t’ho chiesto un’ora fa? Eh, tipo quello, non se fa così! Ecco, quanno vedo le manifestazioni organizzate dai politici io c’ho la stessa senzazione. Posso capì i politici dell’opposizione (pure là spesso me viè er dubbio della supercazzola, ma ce sta), figuramose se so’ quelli che stanno ar governo, o tutto l’arco parlamentare. E invece quelli fanno la fiaccolata, la organizzano proprio loro. E partecipano pure i sindaci i sindacati i sindachetti eccetera. Mo, lasciando da parte pe’ un attimo la sensazione der bar, me chiedo: ma de preciso perché la state a fa’ sta fiaccolata? Insomma, non è che stai a fiaccolà pe’ di’ Navalny figo (armeno spero, vedremo) ma pe di’ Putin merda. Vabbè, ma allora me chiedo: ma perché tu arcocost ce tieni a ribadì Putin merda? Perché non sei contento delle politiche der Governo contro Putin? Dell’Europa? Così a buffo? (a margine: non è che se uno stronzo come Putin te ammazza, o te lascia morì in carcere, diventi automaticamente eroe. De sicuro sei na vittima però, ecco, se bastasse esse ammazzati da Putin pe’ diventà eroi dovremmo fa’ l’altarini pure a Prigozin, e non me pare er caso)Me immagino quindi che protesti contro l’ingiustizia; e ce sta, pe’ carità. Ma de tante ingiustizie, quello che me chiedo, com’è proprio questa? Perché poi devi fa delle scelte, non è che puoi stai a fiaccolà tutti i giorni, immaginate le emissioni de CO2, er fumo, la puzza. Mo solo quest’anno in carcere, qua da noi, ce so’ stati 43 morti, de cui 20 suicidi. Non saranno perseguitati politici ma me pare comunque un problema. Ce sta Ilaria Salis, sempre in carcere, in Ungheria, e quella un pochetto perseguitata me pare. Fiaccolate? Ce so’ stati 5 morti in un cantiere, qua in Italia, proprio sta settimana qua, no l’anno scorso. Morti la cui unica colpa è stata essese arzati la mattina pe annà a lavorà e sa che, in ‘sto paese, lavorare stronca.  C’è stata na sentenza della Cassazione che dice che consegnà i migranti ai libici è reato ma noi, cioè voi, coi libici ciavete fatto proprio l’accordi affinché se li tenessero. Migranti che devono sceje se morì nei lager de qua, nei lager de là, dentro ar mare o a un cantiere. Non dico ‘na fiaccolata, ma manco appiccià un lumino? Eh no, dice queste so’ cose che ce riguardamo, su cui veramente potremmo fa quarcosa; poi magari la gente se fa strane idee, tipo che noi stamo qua pe’ risolve i problemi. Ah, scusa. Ecco, mo fatela ‘sta fiaccolata, me raccomando, non sia mai che ve rovino la coreografia in cui ve sentite i grossi difensori della libbertà. Poi, ma senza fretta, me permetto de davve un piccolo suggerimento che esprimo attraverso citazione vostra: “andate a lavorare, stronzi”  P.S.Mo, potete pure pretende che semo tarmente scemi da non accorgece che è l’ennesima “questione internazionale” piegata a uso interno, mettese la medajetta ar petto e sperà che quarcuno se sfila pe sparaje addosso a palle incatenate come nemico dell’Occidente. Stavorta nun ha abboccato nessuno, e mo ve tocca fa la sfilata a braccetto tutti compatti, pure co’ quelli che de Putin erano grossi amiconi ma non so’ così scemi da complicasse la vita pe na fiaccolata de lunedì pomeriggio. C’è la fiaccolata, annamo tutti alla fiaccolata. Io invece so’ scemo, quindi me potete tranquillamente sparà addosso a palle incantenate mentre ve ripeto che sarebbe molto più utile, soprattutto alla vostra reputazione, lascià perde le pajacciate e concentrasse sul consiglio de cui sopra.

SDS#125 – SONO SOLO CANZONETTE

Magari eravate distratti la notizia v’è sfuggita, ma sta settimana c’è stato er festival de Sanremo. Mo io lo guardo da sempre, so’ un po’ bimbo de Sanremo, quindi lo posso di’: quest’anno è mancato il trash.  Partimo da na premessa: na singola puntata der festival dura 5 ore e venti, più de tutta ‘na stagione de True Detective. Roba che manco Sergio Leone in c’era una volta in America, manco Nekrosius, pure l’Hamlet de Kenneth Branagh durava de meno. A confronto co’ tutta la settimana le Mahabharata de Peter Brook sembrano no spot dell’Esselunga, pure l’anello der Nibelungo de Wagner dura de meno. Mo se non sei Nekrosius, Brook o Wagner, l’unica possibilità che c’hai de uscì vivo da una robba der genere è ride. Ma siccome ormai pure la comicità è diventata pericolosa, te rimane giusto er trash. Pe carità c’era, ma niente in confronto alle cattive intenzioni, la maleducazione, i tableaux vivants, Grignani e Arisa, la Ferragni afflitta dar bacio a Fedez, er monologo de Diletta Leotta sulla bellezza, i vestiti luna park de Orietta Berti. Pure gli outfit insomma. Ecco, una cosa sugli outfit va detta: l’oversize ha rotto il cazzo! Quasi tutti de nero, cioè sembravano appena tornati da un funerale dei Casamonica, giusto ‘na sosta dar carozziere a controllà le cromature, non se fa così noi che cazzo commentamo? Poi succede che la gente se butta su due frasette de due cantanti durate due secondi su uno show che complessivamente dura venticinque ore. Cioè succedeva tutti l’anni, poi entrava quello quello vestito da lampadario e se passava oltre. Perché ciavete tolto er trash? Se volete er popolo anestetizzato dalle cazzate, che è un po’ lo scopo reale der Festival, fatelo ride. Ma ride scemo, sennò finisce come co’ Teresa Mannino che dice che semo ‘na colonia americana come battuta e il centro uncinato moderato lo scambia pe’ un manifesto politico. Ma quale colonia? Te pare che in una colonia l’a.d. della tv pubblica de Stato fa un comunicato per dissociasse da un cantante perché l’ambasciatore de un paese straniero s’è stranito? Ma quale colonia, qua se ce assumono come camerieri è già tanto! Non era l’outfit de un funerale quello de Sanremo, era l’outfit de un catering (sempre stile casamonica, ma catering).  Te pare normale un paese dove l’unica cosa pacata e sensata sui migranti in tv nell’urtimi mesi l’ha detta un cantante coll’orsacchiotti attaccati sulla giacca? Un paese dove parole pacate come quelle de @dargendamico e @GhaliFoh creano scandalo c’ha un problema: la locura, la pazzia, la cerveza, la tradizione, o merda, come la chiamamo de solito, ma co’ na bella spruzzata di pazzia non regge più. Er peggio conservatorismo che però si tinge de simpatia, de colore, de paillettes comincia a fa’ fatica. Fa fatica perché fuori c’è la morte e le canzonette non bastano più. Ma c’è sempre l’opzione alternativa, quella in cui state zitti e buoni. 

SDS#124 – GUERRA E PAC

Non so se ve ricordate come veniva trattato fino all’altro ieri chi s’azzardava a manifestà pacificamente, a buttà un po’ de carbone vegetale dentro ‘na fontana o a bloccà na strada! Terroristi!Salvini ce s’era messo de punta. Coll’ultimo pacchetto sicurezza aveva inasprito pure le norme sur blocco stradale pe’ difende er diritto der cittadino de annà a lavorà senza rotture de cojoni e poi se sa signoramìa alla fine quelli che protestano so’ tutti comunisti! Poi succede na cosa strana: arivano i trattori. Mo a questi tutto je poi di’ tranne che so’ comunisti. Questi so’ incazzati, sur piede de guera e a quelli de ultima generazione li fanno sembrà orsoline, anche perché quelli de ug so’ veramente orsoline. E quindi vai cor circo.I libberalles so’ rimasti più o meno coerenti co’ se stessi: pe’ loro tutto quello che va oltre er post su facebook è equiparabile a violenza stragista e va condannato senza se e senza ma, a meno che non se tratti de Israele o violenza de Stato in genere: lì vale tutto.Molti de quelli che difendevano Ultima Generazione e altre proteste j’è partita la rosicata e hanno cominciato a urlà: e no mo però dovete pistà de botte pure loro, non è che ce potete menà solo a noi, dovete menà un po’ a tutti con equanimità. E vabbè.Er governo oscilla tra l’imbarazzo e il “fischietta e fai er vago magari non se ne accorgono che mo ce stamo noi”. Lollo vuole vedé tutto il girato, non è informato dei fatti, quindi per favore quarcuno lo avverta che er Ministro dell’Agricoltura è lui! Er cognatino non se lo spiega ‘sto fatto. Dice ho lottato pe voi contro la farina de grilli, la carne sintetica e artre robbe fantasy, ho detto che i prezzi alti facevano magnà mejo i poveri, er madinitaly, aho ma che mo devo fa pure le politiche sull’agricoltura?Meloni invece è sulla linea della contrattazione (poi uno dice che le proteste incazzate non servono a niente). tranquilli che mo ve damo più sordi, ve lo giuro sull’accise che ho levato. Quanto ve serve? 4 miliardi? 6 miliardi? Famo otto miliardi, con un click!Salvini, sarà che è rimasto a quell’età mentale dello sviluppo in cui se gioca co’ le macchinine, appena vede na ruspa, un trattore, un autoarticolato non capisce più niente e ce se fionda sopra. Ce manca solo che ce lo ritrovamo arestato da Piantedosi pe’ blocco stradale.Un po’ tutta la galassia der disagio ha provato a mettece sopra er cappello. Coldiretti, che era uno dei principali bersagli della protesta italiana, è diventata paladina; e così pure in Europa perché questi coi trattori so’ arivati fino a sotto er Parlamento Europeo. Che quarcosa forse significa. Io che non so esperto de PAC non lo so de preciso qual è er significato, ma direi che se spendemo un terzo der bilancio UE per l’agricoltura e tanti agricoltori mòrono de fame, forse un problema c’è. Ma guai a parlanne, che ce se rovina er teatrino. 

SDS#123 – LA SECONDA GUERRA CIVILE AMERICANA

Mentre nella periferia dell’impero famo esercizi de neolingua e bipensiero per convincerci che  L’IGNORANZA È FORZAIL GENOCIDIO È DIFESALE VITTIME SONO I CARNEFICI di là dal mare, in quella terra di sogni e di chimere, va in onda uno show surreale. All’orizzonte le presidenziali, con due dei candidati più improbabili de sempre: i repubblicani, sempre se non lo mettono ar gabbio prima, candidano un vecchio che consijiava ai sudditi de curà er Covid co’ la varechina e ha già provato un corpo de Stato la prima volta, senza manco riuscicce. I democratici invece candidano un antro vecchio che parla coll’amici immaginari e manna le armi all’amici veri accusati de genocidio. Ma, per onestà, lo fa dicendoje ogni due per tre “brutti bricconcelli non se fa!”. Sempre se all’elezioni ciarivano, perché ner frattempo er Texas, secondo i trending topic der momento, ha eretto un muro de filo spinato a difesa dei confini patrii e contro l’invasione dei migranti. A quer punto Biden s’è incazzato e ne ha intimato lo smantellamento (a destra come fosse antani anche per lui). Er governatore ha risposto Provaci! e ha schierato in risposta la Guardia Nazionale contro l’esercito federale che dovrebbe annà a smantellà er muro. Così è intervenuto Trump co ‘n appello all’antri governatori pe’ difende er Texas dar marvagio Bidenstag. Ora in un paese normale i governatori l’avrebbero preso a cactus nelle gengive, invece pare che circa la metà l’hanno considerata un’idea intelligente e se so’ detti pronti a invià le rispettive guardie nazionali a difesa dei cowboys patriottici texani. Mo, visto che è coinvolto l’intero circo, la probabilità che finisca tutto in una pajacciata è altissima ma non levissima. Ormai io me aspetto quarsiasi cosa: i nazisti dell’Illinois che marciano sull’Arkansas alla vorta de Dallas. Chuck Norris riveste i panni der Walker Texas Ranger e distrugge a pugni i carriarmati federali, l’amico invisibile de Biden scavarca le linee nemiche e inizià a tajà la recinzione de filo spinato co’ un paio de forbicette per le unghie, fino a quando non se trova davanti na falange de suore antiabortiste addestrate a Gilead, e che quindi tifano Texas. Er Ku-Klux-Klan invece è un po’ indeciso, alla fine je stanno simpatici tutti e due li schieramenti, quindi fanno un po’ de qua e un po’ dellà. Disney è schierata Biden e sgancia due tonnellate de barbie-missili che seminano er gender tra le truppe confederate sarvate in extremis dall’arrivo dei maschi trattori degli agricoltori der Midwest, ai quali Biden reagisce minacciando l’uso dell’atomica. L’Alabama manna le bombole d’azoto avanzato, che non se sa mai a na certa magari tornano utili. Nei titoli de coda, a scanso de equivoci, appare la scritta  “QUESTA È COMUNQUE L’ALTERNATIVA MIGLIORE.TUTTE L’ALTRE L’AVEMO BOMBARDATE”

SDS#122 – BOMBA O NON BOMBA

Sto 2024 è iniziato un po’ complicato (ve risparmio i dettagli), capita che uno trascura quarcosa. Ieri la cucina sembrava un’istallazione d’arte moderna: allora ho preso e c’ho tirato sopra na bomba a mano. È stato un ber botto, tant’è che se n’è accorto pure er vicino de casa. Dice  ma che hai fatto?Aho, era un casino che non te puoi immaginà.Vabbè ma te pare er modo?Non hai capito, t’ho detto che c’era già casino!E adesso?E adesso cosaaaa? c’era casino! Io non te lo vorrei di’ ma sei tu che hai combinato quer casino.Ecco lo vedi? sempre a puntare il dito contro di me, non sai fare altro!Ma sei stato tu!E allora la cucina? tu sei anti-me! dico, per una volta, una, che faccio una cosa che me fa sentì pienamente occidentale! c’era un problema, c’ho tirato una bomba! scusa è quello che facciamo sempre, so’ trent’anni che risolviamo problemi con le bombe perché per la cucina mia mo non va bene? non sarai mica un nemico dell’occidente?Ma che c’entra?C’entra cazzo, la cucina era un casino! che poi io manco vorrei esse così occidentale, io ci ho provato pure a esse diverso, io vedo la gente sfruttata, vedo un senzatetto per strada ancora me viene il magone, c’ho sto magone antioccidentale, non me ne posso liberà con le bombe a mano? Te vuoi liberà der magone con le bombe a mano?No, dei senzatetto! ma guardali, guarda quanti soldi abbiamo speso tra donazioni, Caritas, onlus varie potevano diventare dei piccoli singapori e invece stanno ancora là a farmi venire il magone lo fanno apposta è colpa loro! Sempre che non te lo vorrei di’ ma, a parte che non me pare umano bombardalli, non credo che funziona.E quindi? dove sta il problema? guarda Biden che bombarda gli Houthi: dice sta a funzionà? no! continuamo? sì cazzo, noi siamo l’occidente, bombe! Ma almeno lui c’ha la scusa che gli Houthi so’ una minaccia!Questo lo dici solo perché non hai visto la mia cucina! io mi sentivo molto minacciato, se non agiamo saremo invasi da cucine da incubo e io non so’ Cannavacciuolo! ci stanno togliendo la libertà! io voglio la libertà! voglio andare a 195 all’ora in centro con un diesel euro menouno. cos’è questa società antioccidentale che mi impone il semaforo? lo capisci che se continuamo così sarò costretto a fermarmi se vedo un pedone che attraversa?Ma devi fermarti!Perché? è un pedone, non è neanche un senzatetto, lui è uno che il suv poteva comprarselo e invece no, ha deciso di impormi il suo pedonismo! basta imposizioni! io sono libero, perché non posso essere libero? che cos’hai contro la libertà? perché non posso cagare in ascensore? Be’, direi perché dopo lasci un casino!E se è un casino io ho le bombe a mano! e non me le risparmierò contro gente che non ha nemmeno i cessi!Veramente sei tu quello che caga in ascensore!Perché io il cesso ce l’ho, la mia è una scelta! e adesso basta, me ne vado a Lisbona!Ma mo perché Lisbona?Perché so’ libero, e poi so’ du anni che tutti vojono arivà a Lisbona ce sarà qualcosa de interessante da fa’ tu che dici?Che è mejo se ce vai senza bomba sennò t’arestano?Disfattista, bomba o non bomba, io ariverò a Lisbona, malgrado te!

SDS#121 – IN SACRIFICIO PER VOI

Prendete e mangiatene tutti, questo è il suo corpo, offerto in sacrificio per voi; questo è il calice del suo sangue, per la nuova ed effimera alleanza, versato per voi e per tutti. La nuova ed effimera alleanza è tra te, utente social che per lo più non conti un cazzo nella vita vera e il tritacarne social che ti restituisce il potere di girare la manovella che attiva il miracolo della transustanziazione tra virtuale e reale. Puoi esse piuma o puoi esse fero, puoi esse carne da macina o divina icona temporanea o agnello sacrificale o tutte queste cose insieme, perché il miracolo è questo e come ogni miracolo e religione che si rispetti, anch’esso chiede il suo tributo.E benché non sappiamo quasi mai quale sia l’esatta catena di fattori che scatenano un suicidio (ma abbi fede, il tritacarne ce lo dirà nei prossimi giorni), non è implausibile ipotizzare una qualche relazione con quello accaduto in questa settimana. E tu a questo miracolo devi reagire come se fosse il primo, anche se il primo non è, perché questa alleanza non si fonda sul credo ma sul suo esatto opposto: tutto si regge e si concreta nel tuo non credevo, non pensavo, nell’inconsapevolezza collettiva del proprio potere. Adora il prossimo beniamino, maledici il prossimo nemico, lascia che si liberino del loro misero corpo terreno e diventino maschera apparente in un discorso il cui senso non ti appartiene, non ti riguarda, non ti interessa. Il discorso è solamente un pretesto. Di questo discorso a te ormai è lasciata la scelta dei figuranti e della punteggiatura di insulti, ma questo è ciò che ti restituisce il senso della potenza: quest’essere moltitudine, questa diluizione di responsabilità che anche domani ti permetterà di proclamarti innocente. Il rito deve compiersi fino in fondo: l’umiliazione deve arrivare, il potere, per mantenersi tale, deve essere agito. Non continueresti a girare la manovella se fossi convinto che non produce effetti reali, tangibili e incontrollabili. Perché se così non fossero, se potessi veramente averne controllo, se a te questo potere fosse concesso in esclusiva, saresti terrorizzato dalla responsabilità. Solo, abbandonato a te stesso, torneresti a essere il piccolo utente social che non conta un cazzo nella vita vera. E affinché il rito si concluda serve l’ultimo passaggio: lo stupore e il cordoglio e la paura per i verdetti eterni dell’Incontrollabile, unico vero dio che ci terrorizza dalla notte dei tempi e da sempre indifferente a qualunque nostro esorcismo. Ma sei sopravvissuto. E questa nuova alleanza richiede che in quest’ultimo passaggio tu non indugi troppo, che già da domani ci sarà da fare la gogna ai gognatori. Cambieranno i figuranti e il rito si ripeterà con il suo miracolo ancora una volta.   (in morte di Giovanna Pedretti)

SDS#120 – INIZIO COR BOTTO

Nella piccola sala della proloco de una ridente (fino a quer momento) cittadina de provincia biellese, quarcuno ha sparato a quarcun altro durante er veglione de Capodanno. Nella prima versione, mentre Delmastro annava in macchina a appizzasse l’avanzi della cena equamente divisi tra tutti non sia mai domani scoppia la carestia, Pozzolo dice cha la pistola è la sua ma non ha sparato lui, ma non pare manco che ha sparato un altro. Nella seconda versione, mentre Delmastro annava a buttà la monnezza come ogni sottosegretario che se rispetti dopo er cenone de Capodanno, la pistoletta cadeva spontaneamente dalla giacca der deputato Pozzolo, e sempre spontaneamente sparava. Nella terza versione lo sparato, disteso sur tavolo tipo passione de Cristo, esprimeva coll’ultime forze un pensiero de preoccupazione per il poro Delmastro, che proprio in quer momento rientrava dopo avé finito de pulì i cessi della proloco, ma co’ regolare contratto a chiamata. Nella quarta versione Pozzolo, braccato da agenti segreti iraniani che lo vojono morto, riesce a rifugiasse nei locali della proloco e durante li scontri parte un colpo, proprio mentre Delmastro torna in bici da na consegna de sushi fatta come rider.Nella quinta versione lo sparato se sarebbe sparato da solo, dopo avé fatto cadè telepaticamente er pistolotto dalla giacca de Pozzolo mentre Delmastro rientra dopo er turno serale de dog-sitter co’ tutti i cani dei partecipanti, armeno quelli non armati volontariamente (pare). Nella sesta versione uno se chiede se è normale che la proloco de un comune er cui sindaco è la sorella der sottosegretario fa’ una festa de capodanno dove ce stanno solo deputati, politici, agenti della scorta e familiari, ma de questo non je frega niente a nessuno.  Nella settima versione ha sparato Pozzolo ma er ragazzo teneva in mano un estintore.Nell’ottava invece entra in scena un personaggio misterioso che ha sparato ar posto de Pozzolo ma nun l’ha riconosciuto nessuno, manco Pozzolo che forse era leggermente brillo. Nella nona versione uno spettro s’aggira pe’ l’Europa e nello specifico pei locali della Proloco de Rosazza, ruba la pistoluccia a Pozzolo, moderatamente brillo, e spara all’impazzata terorizzando tutti tranne Delmastro che sta che sta nell’altra stanza a sodomizzà bambole gonfiabili a forma de anarchico. Nella decima versione va via la corente ar momento dello sparo e quanno torna la luce c’è sto ragazzo ferito, Pozzolo pesantemente brillo e tutti pensano a na versione live de invito a cena con delitto, tranne Delmastro che era uscito a sistemà er guasto ar quadro elettrico. Nell’undicesima versione non va via la corente ma tutti vengono corti da un’attacco de cecità momentaneo tipo libro de Saramago, tranne Delmastro che esce lo stesso a controllà er quadro elettrico perché oh, stamo all’undicesima versione pure le cazzate a na certa finiscono. Nella dodicesima versione Pozzolo è mbriaco come na zucchina e tira fori er pistolino davanti a tutti che je dicono daje su, arinfilalo nei pantaloni ma quello urla che non hanno letto Checov e ormai è troppo tardi. Nella tredicesima er ragazzo portava na minigonna troppo corta e soprattutto non antiproiettile. Pe’ mo se fermamo qua e, in attesa delle prossime, registramo solo la quattordicesima versione: quella in cui in una sala de venti metriquadri ce stanno trenta testimoni e dopo ‘na settimana ancora non avemo capito che cazzo è successo.