SDS#104 – EROI DEI NOSTRI TEMPI

Dopo le mirabolanti gesta della bidella pendolare e le fantasmatiche imprese della segretaria scooterista, è arivato il momento de presentavve un altro eroe dei nostri tempi: Michele, il rider interregionale. Questa è la storia di Michele Rossi (il nome è di fantasia perché in realtà si chiama Gaetano Friselli) un volenteroso giovane dei nostri tempi che ogni tre giorni inforca la sua bicicletta da rider per portare la zizzona di Battipaglia da Battipaglia a Piazza San Babila. C’è un tizio che evidentemente ancora non ha capito come funzionano le app per comprare i cibi, o forse vuole solo comprare la zizzona direttamente dal produttore, fatto sta che ogni volta arriva la notifica e Michele, senza scoraggiarsi, prende la bici e parte: si alza alle tre e mezza di notte e inizia a pedalare. Grazie a un amico casellante che chiude un occhio Michele entra in autostrada e pedala che neanche l’Indurain dei tempi d’oro. Dopo un paio d’ore è arrivato a Caserta e fa la prima sosta colazione a Teano est.All’autogrill successivo deve fare un’altra sosta tecnica perché caffè e sigaretta hanno avuto il loro effetto. La cosa più scomoda è far entrare la bici nel cesso dell’autogrill ma dopo le prime due rubate non c’è altra soluzione, anche perché la catena pesa e appesantisce. Ne approfitta per comprarsi una rustichella da mangiare e con i prezzi dell’autogrill s’è già bruciato mezzo guadagno, ma Michele non è un tipo venale, non è attaccato ai soldi: lui lo fa per spirito di sacrificio, per fare la gavetta. Dice che la gavetta serve sempre. Superata la bretella deve fare un’altra sosta tecnica a Fiano Romano perché ha bucato. Pit stop di 12.6 secondi netti. Dalle parti di Arezzo consuma la rustichella che ha scaldato mettendola sul sellino: la temperatura è perfetta, il sapore migliorabile.  Dopo circa dieci ore avverte i primi sintomi di stanchezza. Il problema principale è la sete: all’inizio Michele beveva tantissimo, faceva più o meno 30 km con un litro, ma calcolando che in autogrill l’acqua costa più della benzina alla fine gli conveniva andare in macchina. Poi ha provato il metodo cammello, bere tantissimo prima di partire, ma doveva fermarsi ogni dieci minuti a pisciare. Poi è stata la volta della tanica da cinquanta litri, ma riusciva a pedalare decentemente solo da metà percorso in poi. Poi ha smesso di bere. Ora parte con due bottiglie da due litri che raziona durante il percorso e puntualmente finiscono lì, alla variante di valico, dove a Michele appare la Madonna di Sasso Marconi vestita da camionista che lo incita per i dieci chilometri della galleria. A Casalecchio di Reno fa l’ultima sosta, dove gli appare di nuovo la Madonna dell’autogrill fuori dalla chiesetta e cerca di vendergli una videocamera del ’98; capisce che è un’allucinazione perché alla terza bestemmia continua a dirgli che è un affare.Poi la tragedia: spacca una ruota. Secondo Michele è una chiara vendetta della Madonna per il mancato acquisto ma non può arrendersi adesso: si fa il resto del percorso pinnando su una ruota sola e alle sette e quarantatré, con soli tredici minuti di ritardo sulla tabella di marcia, è a Milano. Si ferma al negozio di specialità campane all’angolo e prende la zizzona: essa zizzona infatti fa un viaggio a parte, in tir refrigerato, perché altrimenti sarebbe arrivata più sfranta de lui. La prima volta gli è costata diciotto intossicazioni alimentari e corsa non pagata. Michele arriva in piazza San Babila, suona il campanello e poi sale al quarto piano per consegnare la preziosa zizzona originale di Battipaglia al signor Fumagalli giusto in tempo per l’ora di cena. Di Fumagalli. Lui niente, che manco la mancia gli ha lasciato.

SDS#101 – TUTTO NELLA NORMA

Dopo n’estate a cazziare chiunque ciavesse da ridire su no scontrino troppo caro co’ insulti che annavano da “a cojone ma che non ce lo sai?” a “morto de fame te stabbene!” tutt’a un botto è successo l’imprevedibile: er ministro Lollo se n’è uscito co’ la solita cazzata settimanale, che stavorta era che i poveri magnano mejo dei ricchi, e uno pensa che dopo sei mesi se semo abituati, invece in du giorni te se ribarta completamente la narrazione: povero è na figata. So’ intervenuti ministri, giornalisti, tutti a spiegacce che è chiaro che er povero magnà mejo: er povero non c’ha scelta, quindi è obbligato a comprà la qualità, mentre er ricco, che non ci ha problemi economici, tra na cosa de merda e una bona è automatico che sceje quella de merda. So’ arrivati pure gli chef stellati a spiegacce che è così, che da loro se magna ‘na merda perché i ricchi non capiscono un cazzo e la Caritas è la nuova vera frontiera della ristorazione: che non lo vedi che fori dalla Caritas c’è sempre la fila? Er povero campa mejo, non c’ha lo stress: metti che te devi comprò la machina nova stai a là a pensà mejo benzina, mejo elettrica, diesel, ibrida, gpl. Sei povero? Vai a piedi e sti cazzi del prezzo della benzina! Ar massimo devi decide fra l’abbonamento mensile e annuale. Vai a piedi e te mantieni pure in forma! Le vacanze uguali: vòi mette tutto lo stress de organizzà la vacanza? Stattene a casa e risparmi, se ce l’hai na casa, sennò mejo, non sai quanto se vive bene pe’ strada! Manco l’affitto te devi ricordà de pagà, voi mette la pacchia!Lo stile de vita da povero è salutare, pe’ questo er governo ha cancellato er Reddito de Cittadinanza e se ne frega dell’aumenti dei prezzi, lo fa pe’ la salute tua.  L’hanno capito pure i ricchi: l’altro giorno hanno beccato la Ferragni che stava a fa’ la cicoria a Parco Sempione. Musk s’è messo a fa’ i pelati dentro alle bocce tipo mi nonna, dice che se risparmia, Bezos invece cortiva le melanzane sur terrazzo: so’ 23.000 metriquadri de terrazzo e pe annaffialle consuma più acqua de tutto er Molise ma vòi mette er sapore der chilometro zero?E io finarmente ho capito che stava a combinà Trump in questi anni: puntava alla mensa della prigione! Pensa che brutta vita devono fa’ i parlamentari nostri a quindicimila euro ar mese, che infatti li guardi e pensi vabbè, ma questi non stanno bene: è corpa dei sordi. Fanno i sordi e non apprezzano più la norma, no la pasta, proprio la norma: quella va bene pe’ te che non c’hai scelta quelli non sanno più manco andò sta de casa; che infatti non è un caso che manco mettendocese de impegno riescono a fa’ na norma decente.   In sintesi: mai criticà i ricchi che magnano de merda, bevono de merda e soprattutto pensano de merda. Si sei povero invece, godite la pacchia e, soprattutto, vedi de fattelo piacé. Se proiprio non te piace la norma, puoi sempre ripiegà su un’antra ricetta povera: magnate un ricco!  

SDS#97 – I RICCHI HANNO ROTTO IL CAZZO

Sarà il caldo, sarà che col riscaldamento globale fa più caldo der solito, sarà che col caldo pure la sopportazione nostra è ridotta, ma io lo devo di’: i ricchi hanno rotto il cazzo. E quello che deve tirà fori la stilografica in treno e il libro in francese e il giornale in inglese e poi passa tutto er tempo a spizzà i regazzini che parlano de calcio e de figa ma io dico allora che te li sei portati a fa’ er libro, i giornali e la stilografica? Cioè na vorta i ricchi erano stronzi ma tutto sommato, per la gran parte, erano armeno discreti. E mo invece tutti i giorni te devono postà er selfie dalla barca, dar jet privato, da in braccio a Cristo mentre fòri c’è la fame e la devastazione e l’apocalisse. E poi, se tu non t’accodi al loro profondo dolore perché je s’è scheggiata l’unghia e c’hanno fatto ‘na diretta instagram da dieci minuti, la colpa è pure la tua che c’hai l’odio sociale, l’invidia sociale, il rodimento de culo sociale, l’animadelimejo sociale, direi. E invece li devi capì, me devi esse solidale con la sofferenza, poverelli è gente che è cresciuta a pane e yacht ma che ne sanno der mondo reale, non puoi pretende che capiscono quello che je succede intorno. S’ansiano per le piccole cose (soprattutto le piccole cose loro). Ma io dico ma voi che ciavete i sordi non ve potete pagà un po’ de psicoterapia e le paturnie vostre ve le risolvete in privato? Oppure, sempre visto che ciavete i sordi, me pagate la psicoterapia a me così dopo so’ rilassato e c’ho la pazienza necessaria a sopportavve? Ve lo chiedo co tutto er core: non potete tornà a fa’ i ricchi stronzi de ‘na vorta? Noi tornamo a fa i poveri stronzi che ve odiano, voi ce sfruttate come sempre senza pietà (cioè come fate adesso), ma senza ‘sto teatrino delle piangine incomprese da circolo der burraco? Pure perché io a te ricco, famoso, vip de non se sa bene cosa, una roba te la vorrei chiede: ma tu l’hai spesa mezza lacrimuccia, pure finta, pe’ quelle centocinquantamila famije che da agosto non sanno come mette insieme er pranzo co’ la cena? Ah no? Che t’eri distratto? E allora me spieghi perché te incazzi e ce rimani male se poi io non te capisco a te che devi cambià la macchina sennò non puoi parcheggià sotto casa in centro, che hai fatto tardi e hai perso l’aereo, non riesci a trovà er taxi o er parrucchiere t’ha sbajato la tinta? Tranquillo, de esse triste capita a tutti, ma io co’ la tristezza tua proprio non c’entro niente (e non so’ sicuro de poté di’ er contrario). Quindi fa er favore: già te sei piato quasi tutto, armeno le lacrime famo che rimangono le mie e ce faccio er cazzo che me pare.