FENOMENOLOGIA DEL NEGAZIONISTA CLIMATICO /4

È prevista una nuova ondata di caldo, con annessa nuova ondata di negazionisti. In questa serie ci siamo dati alla speculazione, provando a prevedere anche alcuni dei negazionisti che si manifesteranno nei prossimi mesi.  clima inverter Specializzato nell’inversione di causa effetto, riesce a dare la colpa a tutto tranne che ai cambiamenti climatici. Piovono chicchi di grandine grossi come noci di cocco ma la colpa è dei cappotti termici fatti male; arriva il tornado ma la colpa e degli alberi che crescono troppo (e delle macchine che parcheggiano sotto gli alberi). Sull’Emilia Romagna si riversa una quantità d’acqua grande come il Lago di Garda ma la colpa è degli istrici che hanno bucato gli argini. In Sardegna si registra il record europeo di temperatura per il mese di Luglio ma la colpa è tua che non sei andato in vacanza sulle Dolomiti. Pesa novantaquattro chili per un metro e quaranta ma non è grasso, è solo troppo basso per il suo peso forma. intruppato Dei cambiamenti climatici non sa niente, ma la sua piccola setta politica di riferimento ha deciso che non esistono e lui deve portare avanti la causa per appartenenza. L’intruppato ha più o meno la stessa autonomia di pensiero di un bot, l’aggressività di un chihuahua con la gastrite e la simpatia di un eritema solare. Particolarmente diffuso nel sottobosco politico, si caratterizza per la sua capacità di imitare il capobranco, atteggiamento con cui spera di farsi notare da lui e poter finalmente evolvere in portaborse. goebbelsganger È convinto che se ripete mille volte la stessa cazzata alla fine la gente inizierà a crederci. In realtà questa cosa ha funzionato, ma su di lui. Col tempo si è così convinto delle cavolate che spara e che ripete in continuazione, con fede assoluta: il clima ha cicli di 400 anni regolari e ormai siamo al picco, più CO2 significa più piante quindi meno CO2, Elvis Presley è morto di vecchiaia in una RSA di Lambrate, tutti gli arbitraggi della Juve sono regolari. bentornado Lui nei cambiamenti climatici ci crede e spera ardentemente che il processo prosegua il più velocemente possibile. Per tutta la vita ha desiderato di poter andare in vacanza alle Maldive e adesso che le Maldive stanno arrivando da lui non vuole che nessuno si intrometta. Ha comprato una palafitta in provincia di Frosinone nel 2012 e ora deve solo aspettare l’innalzamento del livello del mare per realizzare il suo sogno. amletico Manca sempre qualche dato per poter prendere una posizione netta, e quindi la sua unica strategia è quella di aspettare inerpicandosi in un estenuante tour de forse: forse le temperature non stanno veramente aumentando! Forse non è veramente colpa dell’uomo! Forse non è un’alluvione senza precedenti! Forse dovremmo ascoltare anche quello zerovirgola di scienziati che la pensano diversamente! Forse questa roba marrone che vedo per terra è cioccolata! Perché non facciamo una prova? Il 99,97% delle persone che incontra lo ritengono un negazionista pavido ma magari si sbagliano tutti. qualcunaltrer La crisi climatica non dipende da lui quindi non ha senso preoccuparsi. Non nega le sue responsabilità ma sostiene che il suo contributo sia minimo: mangia due fiorentine al giorno, compra le fragole a dicembre, fa venti docce a settimana e consuma più acqua di una scuola nuoto, tiene i riscaldamenti a 32 gradi in inverno e il condizionatore a 15 d’estate, guida un trattore diesel del ’94 che usa anche per andare al cesso, ma un accurato studio di suo cugino dimostra che se fosse il solo a comportarsi così e gli altri si impegnassero seriamente il mondo potrebbe sopravvivere senza problemi. ombrellonato Dopo essere rimasto scottato (letteralmente) in una vacanza in Sardegna nell’estate dell’84, l’anno successivo ha scoperto l’utilità dell’ombrellone e delle creme solari e da allora per lui sono la soluzione a qualunque problema ambientale. Il piano A prevedeva di cospargere di protezione 50 gli edifici ma l’esperimento che fece nel ’98 col bungalov non produsse grandi risultati, a parte una frattura scomposta del femore per scivolamento. Da allora è convinto che con dei teli sufficientemente grandi potremmo risolvere qualsiasi problema di surriscaldamento e pioggia. La versione politicizzata di questo negazionista (che si legge staccata: ombrello NATO) pensa che saranno i militari a trovare la soluzione: se l’ombrello NATO ci ha protetto dal sol dell’avvenire, perché non può farlo anche con il sole di oggi? longtermista Non gli interessa il presente, che ormai dà per spacciato, ma si concentra su obiettivi di lungo termine: l’unico modo per sopravvivere ai cambiamenti climatici è lasciare estinguere l’umanità e ricominciare un nuovo ciclo virtuoso salvando una decina di persone, preferibilmente bianche, alte e con gli occhi azzurri. Naturalmente lui fa parte di questi dieci anche se è alto un metro e sessanta e sulla scala colore della pelle si posizione una tacca sotto Gioia Tauro. vaccinefilo è sempre tutta colpa del vaccino. Ormai ha preso quel mood dalla pandemia e non riesce ad uscirne. All’inizio ci era rimasto male perché i vaccinati non erano morti tutti nel giro di due anni, poi ha capito che il piano era più subdolo: è il vaccino che ci fa sentire caldo! Il riscaldamento climatico non esiste, è solo una percezione indotta dal vaccino. Naturalmente il governo mondiale affinché nessuno se ne accorgesse ha dovuto manomettere tutti i termometri del pianeta (con l’eccezione di qualche cruscotto d’auto). Pensateci, qual è l’effetto avverso più comune nei vaccini? Una forte sensazione di bruciore! Bingo! alienato Tutto quello che riguarda il cambiamento climatico è dovuto agli alieni: sono gli alieni che stanno riscaldando il pianeta perché per loro siamo tipo escargot che vanno cotte a fuoco lento, oppure non sta succedendo niente ma sono sempre gli alieni che ci fanno credere che il pianeta si sta riscaldando, perché sono dei simpatici burloni. È una specie teorica di negazionista: sebbene ancora non sia stato individuato un esemplare di tale specie, la sua esistenza è postulata da tutti gli esperti del settore e sono certi che presto si faranno vivi, anche perché, … Leggi tutto

FENOMENOLOGIA DEL NEGAZIONISTA CLIMATICO /3

Continua la catalogazione dei negazionisti climatici. Altri dieci piccoli esemplari avvistati questa settimana.  ininfluencer Non è che non crede nel cambiamento climatico, non crede nelle soluzioni: qualunque cosa gli proponi per lui o è inutile o è impossibile (a volte tutte e due le cose insieme) e in ogni caso non hai nessuna possibilità di influenzare il processo in corso. Le macchine elettriche esplodono, le pale eoliche producono microplastiche, il fotovoltaico costa troppo, la raccolta differenziata la mischiano di nascosto dopo la raccolta, nella cacio e pepe ci aggiungono il latte, inutile che compri lo smartphone fuori dall’autogrill che poi a casa ci trovi il mattone… no aspetta, questa è vera, che anche l’orologio rotto due volte al giorno ci azzecca. centralinivoro Il suo negazionismo climatico si nutre di colonnine meteorologiche, di cui va a caccia al grido di “usciamo dal meteo!”. È convinto che ci sia un complotto per piazzare le stazioni di rilevamento nei punti più caldi della città e falsare così le misurazioni. Passa le giornate a esplorare i dintorni delle colonnine in cerca di scarichi di condizionatori, pizzerie, barbecue, torte di compleanno con più di trenta candeline accese. Calcolando che nel mondo ci sono oltre centomila stazioni meteo attive, non credo che ce ne libereremo tanto presto. lvista Per il LVIsta ogni evento estremo era la dimostrazione del ventre molle dell’Europa e della fiacchezza delle risposte messe in campo contro il cambiamento climatico. Cosa che assolutamente non sarebbe accaduta se ci fosse stato ancora LVI, che bonificava le paludi con lo sguardo. Un tempo sognava fantasmagorici scudi spaziali contro il perfido Albedo, ora è diventato negazionista da quando sono andati al governo gli eredi di LVI. Da allora i tornado arrivano in orario. Di questo negazionista esiste anche la versione parody, dove LVI è Renzi. climacottaro Da dove vengono le false copertine dei giornali sulla prossima era glaciale? O le finte cartine meteo del passato? Ma che c’è uno dietro che le fabbrica? La risposta è si ed è lui: il climacottaro. Se la realtà non ti aiuta nella tua campagna negazionista, il climacottaro può fabbricarti una realtà alternativa, ritoccare titoli di giornali, decontestualizzare testi, photoshoppare foto. Molto ricercato in passato per le sue competenze ora rischia anche lui di estinguersi: non a causa del climate change ma per colpa dell’AI, che può produrre le stesse bufale ma a una velocità molto maggiore. anarcosurriscaldista Per lui il riscaldamento globale è solo un complotto delle élite globaliste per costringerti a cambiare la tua Panda euro 2. Una volta era un fricchettone ambientalista, ora brucia la plastica di nascosto per portare la temperatura del pianeta a 58 gradi: pare che sia l’unico modo per stordire i rettiliani che vogliono stabilire il nuovo ordine globale e controllarci tramite le app del meteo. L’altra teoria è che a 58 gradi l’adenocromo sa di piscio. vulcaniano L’aumento della CO2 è tutta colpa dei vulcani! Cioè, un vulcano emette molta più anidride carbonica di un umano, mica lo vorrai paragonare con un SUV! E poi è chiaro che in questi ultimi 150 anni è aumentata di molto l’attività vulcanica, mica quella antropica. I vulcani sono cattivi e ci odiano e hanno deciso di distruggersi. La soluzione in questo caso sarebbe molto semplice, basterebbe costruire dei grossi tappi di sughero e usarli per tappare le bocche. Dei negazionisti. negazionista vintage Negazionista, di solito avanti con gli anni, che è rimasto ancorato agli schemi del passato. Attenzione, da non confondere con il LVIsta, non è automatico che abbia nostalgie di passati più o meno remoti (anche se spesso capita). Più semplicemente, non riesce a stare al passo con la propaganda e continua a ripetere “Non uscite nelle ore più calde e bevete tanta acqua” anche in mezzo ai monsoni. Siamo convinti che abbia bevuto tanto ma probabilmente, da buon negazionista, non era acqua. tecnonegazionista Ha una fiducia cieca nel potere innevatore della tecnica. Non è un refuso, è proprio “innevatore”: l’unica cosa che gli interessa è che i cannoni continuino a sputare neve artificiale su quella linguetta di terra in cui va a fare la settimana avana (chiamarla bianca ormai è troppo anche per lui). Che poi sciare con 30 gradi ti risparmia tutto il fastidio della tuta da sci e delle maglie termiche. Ha anche provato a lanciare una linea di bermuda da neve, prodotti in Bangladesh. Avrebbe sicuramente funzionato se la fabbrica non fosse stata travolta da un’inondazione. haarpista Forse una delle specie più antiche di negazionista climatico, gli va dato atto che lui era già negazionista quando il clima non se lo filava nessuno. È convinto che tutti i fenomeni atmosferici e i terremoti siano regolati da quattro ripetitori in Alaska, controllati da gente che ci odia e interviene sul clima attraverso le scie chimiche. Odia i più recenti negazionisti cialtroni: lui ha faticato una vita per elaborare complesse teorie che violavano 18 leggi fisiche contemporaneamente e quelli riescono ad andare in TV semplicemente urlando a squarciagola che “ha sempre fatto caldo!”. angelo del s’ignora Ignora tutta la letteratura scientifica sull’argomento perché la risposta l’ha trovata nell’unico libro che ha letto (o meglio, che gli hanno raccontato): la Bibbia. È convinto che il cambiamento climatico sia la punizione divina per il fatto che l’altro ieri due gay si sono baciati in pubblico sul lungomare di Messina. Il riscaldamento climatico per lui è solo il teaser dell’inferno e l’unica soluzione è nella preghiera e nella vita morigerata. Oltre a bruciare tutti i gay, possibilmente a fuoco lento per tenere sotto controllo la temperatura del pianeta.  Qui la prima parte.Qui la seconda parte.Qui la quarta parte.

FENOMENOLOGIA DEL NEGAZIONISTA CLIMATICO /2

In seguito al gradimento e alle segnalazioni di nuovi negazionisti. Abbiamo deciso di ampliare la studio e la catalogazione del fenomeno. In questa seconda parte vi presentiamo altri 10 tipi di negazionisti. climabottista La sua strategia è quella di non prendere posizione e fingere di essere equidistante da quelli che definisce “estremisti”. Se c’è un tornado, fra coloro che derubricano il tutto a pioggerella estiva e i climatologi che parlano di un fenomeno estremo di intensità eccezionale, lui si colloca più meno a metà strada: riconosce che qualcosa c’è stato ma era più una lingua di Menelik d’aria che una vera e propria tromba, al massimo un flauto di plastica della prima media. Equidistante un piffero.  fottivoltaico Più che i cambiamenti climatici, il fottivoltaico è impegnato a combattere i programmi per fermarli, perché secondo lui esiste una sola soluzione: il nucleare. Non importa se la prima centrale nucleare italiana sarà pronta quando probabilmente saremo già estinti, il nucleare per lui è la soluzione per tutto: per la produzione di energia, per la riduzione  dell’inquinamento, per il contenimento dei costi, te lo vende pure come cura per i peli superflui (sembra che le cerette all’uranio siano una bomba). In realtà il suo vero obiettivo è far riconoscere come religione “gli adoratori di Fukushima” per non pagare l’IMU sul garage. neganega Nome comune che indica la specie del Negazionista del Negazionismo. Secondo lui non c’è nessun negazionismo, ma solo delle legittime opinioni che dovrebbero trovare più spazio in un sano dibattito pubblico. Ad esempio, chi può escludere che il riscaldamento globale non sia dovuto alla deforestazione dei castori cha fanno tutte quelle simpatiche dighe di tronchi? E se i castori fossero responsabili anche delle più recenti inondazioni? Perché gli esperti non ne parlano? Si fa chiamare eretico, anche se molti preferiscono il termine “a deficiente!”. struzzo del caldo È un adattamento evolutivo dei negazionisti dei climi torridi. Si rifiuta in ogni circostanza di ammettere che fa caldo, per paura che qualcuno possa iniziare una discussione sul clima. Gira con il maglione di lana anche a luglio, la notte dorme con i riscaldamenti accesi perché è convinto che sia solo una questione di abitudine e prima o poi smetterà di sudare. Sempre a un passo dalla disidratazione a causa dei suoi comportamenti, è uno dei negazionisti a più alto rischio di estinzione, tanto che alcune associazioni animaliste ne hanno proposto l’inserimento nell’elenco delle specie da proteggere: in questo caso da se stesse. muskettiere Qualunque cosa succeda, è convinto che Musk è un genio e salverà il mondo. Che lo faccia con le tesla autoguidate, con i progetti di terraformazione di Marte o le feature a cazzo su twitter il suo giudizio non cambia: Musk è un genio e salverà il mondo. Di solito lo puoi riconoscere dalla spunta blu che ha pagato quindici euro per dimostrare a quelli che twittano gratis che Musk è un genio. Se Musk non si preoccupa dei cambiamenti climatici allora vuol dire che non esistono. Perché Musk è un genio. Peccato non poter dire lo stesso di lui. anticccp Sigla che sta per Anti Communist Climate Change Project. L’hanno convinto che il cambiamento climatico è tutto un complotto per cambiare modello di sviluppo e imporre un sistema comunista (c’è da dire che per lui è comunista tutto quello che è più a sinistra di Pinochet). Convinto di questo, ha deciso che è preferibile un’eroica estinzione di massa piuttosto che abbandonare il capitalismo e dare una chance di sopravvivenza all’umanità. Lo puoi riconoscere dal tipico verso di terrore che emette se qualcuno gli si avvicina e sussurra “patrimoniale”. complottardo di lungo corso È un professionista della negazione: dallo sbarco sulla luna, al Covid, al 5g, alle scie chimiche, ha maturato una lunga esperienza nella negazione della realtà e nell’offerta di rimedi miracolosi, che ora mette al servizio dei negazionisti di primo pelo previa raccolta fondi con associazione intestata a lui. A quelli che aderiscono manda un piccolo manuale che spiega come combattere i talebani del clima aprendo un sito che vende un piccolo manuale contro i talebani del clima. Ma non c’è nessun intento truffaldino dietro: lo fa un po’ per abitudine, un po’ per la gloria, un po’ per quelle migliaia di euro che riesce a raccattare di volta in volta. bastian contratto In realtà non è un vero negazionista: lui è spaventatissimo dal climate change. Fa donazioni di nascosto a tutte le associazioni ambientaliste, ha già redatto un testamento olografo su carta riciclata a favore di Greenpeace e di notte va in giro col passamontagna a bucare le ruote dei SUV. Di giorno però lavora come giornalista negazionista perché è stato assunto con un contratto precario, il suo editore pretende una fake news a settimana sull’argomento e non è che il mutuo si paga da solo. antigretino Lui non è che ce l’ha col riscaldamento globale, a lui gli sta sul cazzo Greta Thumberg. Greta è un prodotto sorosiano delle élite e per questo è cento volte più pericolosa di qualsiasi fenomeno atmosferico: è Greta che fabbrica palle da bowling di ghiaccio con cui bombardare le città più inquinanti. La siccità? Colpa di Greta. I tornado? Colpa di Greta. È Greta che mette di nascosto la panna nella carbonara. Fosse per lui venderebbe la macchina domani e diventerebbe vegano ma, finché c’è Greta, non se ne parla neanche. liberomercataro È convinto che a risolvere tutto sarà la mano invisibile del mercato. Non appena diminuirà la domanda di caldo i prezzi dei climatizzatori crolleranno e questo provocherà un calo delle quotazioni del grado Celsius sui mercati globali. Ha dei bellissimi powerpoint che dimostrano che i fenomeni climatici dovranno per forza adattarsi all’economia e che, se proprio non dovesse succedere, è a causa delle tendenze stataliste dell’atmosfera. Cosa che dice con la stessa spavalderia con cui er bancarellaro de Porta Portese cerca di convincerti che quella è proprio una borsa Vuitòn originale in cui hanno solo sbagliato a scrivere il nome. Qui la prima parte.Qui la terza parte.Qui … Leggi tutto

FENOMENOLOGIA DEL NEGAZIONISTA CLIMATICO

Davanti agli eventi di questa settimana i negazionisti climatici, invece che andare in difficoltà, si sono manifestati in tutta la loro potenza. Ma non sarebbe corretto assommare in una parola comportamenti anche molto diversi tra loro. Segui quindi una piccola casistica dei tipi di negazionisti. SEMPERFATTISTA Per lui tutto è sempre stato così: ha sempre fatto caldo, ha sempre fatto la grandine, i monsoni milanesi sono più tipici del risotto; anche davanti alla sua macchina che sembra sopravvissuta a malapena a un checkpoint israeliano, lui è pronto a scartabellare negli archivi per dimostrarti che nel cinquantotto in Guatemala c’erano chicchi di grandine più grandi di così. Di notte lo potresti trovare a lanciare blocchi di ghiaccio dal cavalcavia nel tentativo di dimostrare che c’è di peggio. HASTATISTICO Può presentarsi come evoluzione del primo tipo o manifestarsi direttamente in questa forma. Nell’impossibilità di negare direttamente il cambiamento climatico, passa le giornate a torturare i numeri sperando di ricavarne un grafico che gli permetta di dare la colpa a qualcun altro (preferibilmente i cinesi, ma l’importante è che sia stato qualcun altro). Quando le serie storiche, anche a fronte delle torture, si rifiutano di dargli ragione, si lancia nelle proiezioni sul futuro realizzate interpolando i dati di temperatura di Salcazzo di Sotto con la percentuale di burro nei biscotti per dimostrare che è tutta colpa delle batterie ricaricabili. CLIMAT CAVIAR Dal suo attico climatizzato a 18° gradi non rileva cambiamenti significativi delle temperature; al massimo rileva un leggero aumento dei prezzi di manutenzione dei condizionatori. Niente che non si possa risolvere con un’ulteriore liberalizzazione del mercato o, al limite, con la reintroduzione della schiavitù. sovranista climatico Pretende di combattere il caldo africano con le stesse tecniche con cui vuole combattere gli africani. È convinto che con un bel blocco navale e dei grossi ventilatori montati sulle motovedette possiamo invertire le correnti. In caso contrario, ha già pronto il piano B: un bel muro al centro del mediterraneo che consenta l’ingresso solo ai venti che abbiano davvero voglia di contribuire al benessere di questo paese. riscaldofilo È rimasto intrippato dieci anni fa su quel meme fintocinese che dice che ogni crisi è anche un’opportunità e sì è convinto che il riscaldamento globale sia una manna dal cielo: basterà riconvertire i vigneti a papaya e spostare le vacanze estive a febbraio. È affascinato dalla possibilità di coltivare i pomodori in Siberia e in Groenlandia ma visto che vive in Puglia da due anni prova a capire come fare le orecchiette con le cime di cactus. disallarmista È convinto che sia tutto un problema di comunicazione: per risolvere il problema del riscaldamento climatico basterebbe cambiare la palette dei colori delle cartine del meteo, evitare di misurare la temperatura al suolo, smettere di fare confronti con gli anni precedenti, aspettare due ore prima di fotografare i chicchi di grandine e spostare di dieci gradi indietro le scale dei termometri. Il suo hobby preferito è smontare gli antifurti dalle auto nei parcheggi dei supermercati. Da quando ha smesso di guardare le classifiche ha già festeggiato sei scudetti, tre champions e quattro coppe italia. climatrollogo Ha studiato il clima sul manuale delle giovani marmotte ed eseguito dei complicatissimi calcoli nella sua cameretta, inspiegabilmente rifiutati da tutta la comunità scientifica, che dimostrano al di là di ogni ragionevole dubbio che non ha la più pallida idea di che cosa sia la climatologia. Se non riuscite a cogliere l’evidenza dei suoi studi rivoluzionari è solo perché non siete abbastanza intelligenti, non avete le giuste competenze scientifiche, siete parte del sistema oppure non vi siete ancora sottoposti a una lobotomia frontale. prosuver Va bene l’aumento delle temperature, lo scioglimento dei poli, i tornado di provincia, le alluvioni settimanali, i black out energetici, va bene tutto ma l’importante è che lui possa continuare a sgasare in centro col SUV e a stirare le marce e i passanti per sconfiggere la dittatura ciclopedomassonica che vorrebbe imporgli il limite di trenta chilometri orari nei centri abitati o (addirittura!) il passaggio all’elettrico che gli impedisce di fare brum bruuuum! Lo trovi schierato in prima linea contro l’insopportabile frastuono dei tram. troppotarder Il troppotarder si manifesta di solito come stadio finale di evoluzione di diversi tipi di negazionista visti in precedenza. Dopo aver passato anni a combattere, ha finalmente accettato la sconfitta e raggiunto quella sciroccata pace interiore con cui prova a convincerti che bisogna abbracciare l’Apocalisse, magari usando un paio di guanti da forno perché comunque l’Apocalisse scotta. loltrista Forse non il più sveglio, ma sicuramente uno dei negazionisti che fa più ridere (pare che il nome venga proprio da LOL, anche se esistono altre ipotesi). Con notevole sprezzo del ridicolo e anche dei principi elementari della logica, riesce a sostenere contemporaneamente tutte le posizioni precedenti, a volte addirittura nell’arco della stessa conversazione con frasi del tipo: non c’è nessun cambiamento climatico, che comunque è tutta colpa dei BRICS e se non facciamo subito il nucleare sarà un disastro, al quale ci adatteremo senza alcun tipo di problema. Qui la seconda parte.Qui la terza parte.Qui la quarta parte.

SDS#96 – IL CLIMA DEL DIBATTITO

Alla fine se vuoi negà ‘na cosa, lo farai a prescinde dalla realtà. ”Ha sempre fatto caldo!”, sì ma quanto caldo? Caldo, non serve misurallo, basta allarmismo è l’allarmismo che te fa sudà! Certo, Roma ha toccato la temperatura più alta dai tempi de Nerone ma de sicuro la colpa è der colore delle cartine del meteo. Perché er meteo lo sa, vede la cartina tutta rossa e se ingarella, mo ve lo faccio vede io fino andò posso arivà co’ le temperature. È na guerra psicologica, cor meteo, devi uscì cor piumino a 40 gradi e di’ aho ammazza che arietta, tiè, er termometro della machina segna solo 41 gradi mo quasi quasi accenno i riscaldamenti; e allora ecco che er meteo se spaventa, mecojoni che impunito, mo quasi quasi scendo. Che poi a parte i casi singoli, so’ dieci anni che stamo a batte tutti i record e le medie da quanno misuramo la temperatura, e a te ancora te servono i dati perché boh, però me ricordo che nonno nel 58 diceva che faceva caldo solo che sur cinquino non ciaveva er termometro? Boh guarda, certe volte me verrebbe da piatte a schiaffi, ma no pe’ na cosa de violenza ma a scopo scientifico: aho ma che m’hai dato no schiaffo? Quale schiaffo? Boh a me non ma pare, non me sembra, ma sei sicuro che non era no schiaffo percepito? Cioè tu l’hai percepito e io no, è na questione soggettiva. Vabbè, ma mo anche ammesso che era no schiaffo, quanto schiaffo era? Sei sicuro che non era un fenomeno isolato? Io analizzerei er tempo de ritorno de ‘sto schiaffo, tipo… Sbam! Ahio, mo però so’ due! A me me sembrano sempre schiaffi percepiti e li percepisci solo tu, ma comunque, anche due, non me pare un clima da schiaffi! Cioè non è come quella volta ar bar quanno sei entrato urlando che i Maneskin erano mejo dei Pink Floyd. O quella volta che ce volevi convince che Renzi era de sinistra? ner 2018? O quando eri convinto d’ave trovato na caramella co’ la droga? O Vox che doveva arivà al 30%? P l’altro giorno che volevi fa’ lo spiegone su Barbie? O quella vorta der meteorite? Là si che volavano schiaffi. Perché tanto qua non ce sarva manco il meteorite, pure arivasse e se dovessero sarvà dieci persone, due starebbero lì a di’ ma sei sicuro che fosse proprio un meteorite? secondo me era er barbecue der vicino che ha esagerato co l’arosticini! Senti che puzza de carne bruciata!Ma sì ma è tutto normale, voi mette co’ la concentrazione de CO2 der Cambriano? Avoja se me la ricordo… ma che c’entra? Vuoi tornà ar Cambriano? Vuoi fa na transizione ecologica verso er verme de mare? Mo non è che te posso venì dietro solo perché tu stai già a buon punto! Comunque ce stanno pure quelli che dicono che er clima va avanti a cicli de quattrocento anni: basta che aspettate quattrocento anni e tutto torna a posto. Mica ciavrete fretta?