Continua la catalogazione dei negazionisti climatici. Altri dieci piccoli esemplari avvistati questa settimana. ininfluencer Non è che non crede nel cambiamento climatico, non crede nelle soluzioni: qualunque cosa gli proponi per lui o è inutile o è impossibile (a volte tutte e due le cose insieme) e in ogni caso non hai nessuna possibilità di influenzare il processo in corso. Le macchine elettriche esplodono, le pale eoliche producono microplastiche, il fotovoltaico costa troppo, la raccolta differenziata la mischiano di nascosto dopo la raccolta, nella cacio e pepe ci aggiungono il latte, inutile che compri lo smartphone fuori dall’autogrill che poi a casa ci trovi il mattone… no aspetta, questa è vera, che anche l’orologio rotto due volte al giorno ci azzecca. centralinivoro Il suo negazionismo climatico si nutre di colonnine meteorologiche, di cui va a caccia al grido di “usciamo dal meteo!”. È convinto che ci sia un complotto per piazzare le stazioni di rilevamento nei punti più caldi della città e falsare così le misurazioni. Passa le giornate a esplorare i dintorni delle colonnine in cerca di scarichi di condizionatori, pizzerie, barbecue, torte di compleanno con più di trenta candeline accese. Calcolando che nel mondo ci sono oltre centomila stazioni meteo attive, non credo che ce ne libereremo tanto presto. lvista Per il LVIsta ogni evento estremo era la dimostrazione del ventre molle dell’Europa e della fiacchezza delle risposte messe in campo contro il cambiamento climatico. Cosa che assolutamente non sarebbe accaduta se ci fosse stato ancora LVI, che bonificava le paludi con lo sguardo. Un tempo sognava fantasmagorici scudi spaziali contro il perfido Albedo, ora è diventato negazionista da quando sono andati al governo gli eredi di LVI. Da allora i tornado arrivano in orario. Di questo negazionista esiste anche la versione parody, dove LVI è Renzi. climacottaro Da dove vengono le false copertine dei giornali sulla prossima era glaciale? O le finte cartine meteo del passato? Ma che c’è uno dietro che le fabbrica? La risposta è si ed è lui: il climacottaro. Se la realtà non ti aiuta nella tua campagna negazionista, il climacottaro può fabbricarti una realtà alternativa, ritoccare titoli di giornali, decontestualizzare testi, photoshoppare foto. Molto ricercato in passato per le sue competenze ora rischia anche lui di estinguersi: non a causa del climate change ma per colpa dell’AI, che può produrre le stesse bufale ma a una velocità molto maggiore. anarcosurriscaldista Per lui il riscaldamento globale è solo un complotto delle élite globaliste per costringerti a cambiare la tua Panda euro 2. Una volta era un fricchettone ambientalista, ora brucia la plastica di nascosto per portare la temperatura del pianeta a 58 gradi: pare che sia l’unico modo per stordire i rettiliani che vogliono stabilire il nuovo ordine globale e controllarci tramite le app del meteo. L’altra teoria è che a 58 gradi l’adenocromo sa di piscio. vulcaniano L’aumento della CO2 è tutta colpa dei vulcani! Cioè, un vulcano emette molta più anidride carbonica di un umano, mica lo vorrai paragonare con un SUV! E poi è chiaro che in questi ultimi 150 anni è aumentata di molto l’attività vulcanica, mica quella antropica. I vulcani sono cattivi e ci odiano e hanno deciso di distruggersi. La soluzione in questo caso sarebbe molto semplice, basterebbe costruire dei grossi tappi di sughero e usarli per tappare le bocche. Dei negazionisti. negazionista vintage Negazionista, di solito avanti con gli anni, che è rimasto ancorato agli schemi del passato. Attenzione, da non confondere con il LVIsta, non è automatico che abbia nostalgie di passati più o meno remoti (anche se spesso capita). Più semplicemente, non riesce a stare al passo con la propaganda e continua a ripetere “Non uscite nelle ore più calde e bevete tanta acqua” anche in mezzo ai monsoni. Siamo convinti che abbia bevuto tanto ma probabilmente, da buon negazionista, non era acqua. tecnonegazionista Ha una fiducia cieca nel potere innevatore della tecnica. Non è un refuso, è proprio “innevatore”: l’unica cosa che gli interessa è che i cannoni continuino a sputare neve artificiale su quella linguetta di terra in cui va a fare la settimana avana (chiamarla bianca ormai è troppo anche per lui). Che poi sciare con 30 gradi ti risparmia tutto il fastidio della tuta da sci e delle maglie termiche. Ha anche provato a lanciare una linea di bermuda da neve, prodotti in Bangladesh. Avrebbe sicuramente funzionato se la fabbrica non fosse stata travolta da un’inondazione. haarpista Forse una delle specie più antiche di negazionista climatico, gli va dato atto che lui era già negazionista quando il clima non se lo filava nessuno. È convinto che tutti i fenomeni atmosferici e i terremoti siano regolati da quattro ripetitori in Alaska, controllati da gente che ci odia e interviene sul clima attraverso le scie chimiche. Odia i più recenti negazionisti cialtroni: lui ha faticato una vita per elaborare complesse teorie che violavano 18 leggi fisiche contemporaneamente e quelli riescono ad andare in TV semplicemente urlando a squarciagola che “ha sempre fatto caldo!”. angelo del s’ignora Ignora tutta la letteratura scientifica sull’argomento perché la risposta l’ha trovata nell’unico libro che ha letto (o meglio, che gli hanno raccontato): la Bibbia. È convinto che il cambiamento climatico sia la punizione divina per il fatto che l’altro ieri due gay si sono baciati in pubblico sul lungomare di Messina. Il riscaldamento climatico per lui è solo il teaser dell’inferno e l’unica soluzione è nella preghiera e nella vita morigerata. Oltre a bruciare tutti i gay, possibilmente a fuoco lento per tenere sotto controllo la temperatura del pianeta. Qui la prima parte.Qui la seconda parte.Qui la quarta parte.